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Origini dellaTerapia Strategica

Le origini della Terapia Strategica risalgono agli anni ’50, ’60 con il lavoro di Milton Erickson psichiatra e psicologo statunitense dotato di capacità terapeutiche assolutamente eccezionali.

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La Terapia Strategica di Milton Erickson

Il suo lavoro terapeutico non risponde ad una teoria precisa in quanto egli utilizza tecniche molto distinte secondo il tipo di problematica presentata. Tra le tecniche maggiormente utilizzate da Erickson troviamo l’ipnosi che definisce come “il concetto che si applica ad un tipo speciale d’intercambio tra due persone”(Tovar (1987), l’incoraggiamento della resistenza, l’utilizzo di una comunicazione metaforica per produrre il cambio, la tecnica dell’illusione di alternative, l’incoraggiamento della ricaduta, l’amplificazione delle risposte spontanee.

L’aspetto rilevante del suo approccio è costituito dal produrre un cambiamento senza l’utilizzo dell’introspezione e dell’insight e “il suo stile di terapia, non è basato sull’insight, non contempla l’aiutare le persone a capire le loro difficoltà interpersonali… non fa interpretazioni del transfert.

 

La sua concezione teorica del cambiamento è senz’altro più complessa; sembra che si fondi sull’impatto interpersonale del terapeuta al di fuori della consapevolezza del paziente, prevede l’uso di prescrizioni che provocano modificazioni del comportamento e utilizza soprattutto la comunicazione sottoforma di metafora” (J. Hale 1973 p. 11-31).

Un’altra costante delle terapia strategica ericksoniana è costitutita dall’idea che la terapia possa aiutare la persona attraverso l’introduzione d’alternative nella sua vita e quindi “ liberare l’individuo dalle restrizioni di una vita sociale difficile”.
La sua terapia strategica è inoltre centrata sull’obiettivo di aiutare il soggetto a sfruttare al massimo le sue potenzialità.

 

Un’ultimo aspetto caratteristico della pratica ericksoniana è il tentativo di incontrare il paziente nella sua visione del mondo, di appropriarsi delle sue parole, delle sue metafore e del suo modo di porsi fino a parlare la sua lingua.

 

La Terapia Strategica del MRI

E’ nel 1970 che matura definitivamente l’idea di terapia strategica e si ha la formulazione di diversi modelli tra cui incontriamo Haley e il MRI (Mental Research Institute). Quest’ultimo modello apporterà un concetto fondamentale in terapia strategica quello di tentata soluzione. In change, il primo libro guida di tale modello, vengono descritte tre modalità errate di affrontare le difficoltà:
• Comportarsi come se il problema non esistesse
• S’intenta una soluzione ad un problema immodificabile che conduce il soggetto in una situazione paradossale
• Si tenta un cambio diverso da quello adeguato
Sia dalla scuola di Haley che da quella del MRI emergono alcuni aspetti comuni:

  •  Nei problemi è importante vedere e trattare il qui ed ora
  • Il cambio va attuato su una difficoltà ben definita e specifica non su entità generiche come la personalità ed il carattere
  • Quello che è rilevante è il comportamento osservabile ed è ad esso che è diretto l’intervento, non all’introspezione.
  •  L’intervento non è centrato sulla comprensione del problema ma alla sua soluzione.
  •  Il terapeuta è direttivo ed attivo
  • Dall’insegnamento di Erickson emerge una massima attenzione alle potenzialità dell’indivisuo.
  • Questi sono i punti di riferimento a partire dai quali si sviluppano le teorie strategiche successive influenzate dal costruttivismo.

Le origini della Terapia Strategica sono le origini di un nuovo modo di fare Terapia centrato sulla soluzione e sul cambiamento.

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