Come orientarsi nella giungla dello stalking? come capire se abbiamo a che fare con un corteggiatore imbranato e insistente o un paranoico aggressivo? istruzioni in 3 passi dialogati!
Primo passo
IRMA: Innanzitutto dottoressa chi è lo stalker?
DOTTORESSA: è colui che non accetta di accettare il rifiuto e che caduto in questa trappola perversa non riesce a fare a meno di evitare di :
– comunicare le proprie emozioni, i bisogni e i desideri attraverso sms, lettere, telefonate ecc..
– tenere sotto controllo la vittima attraverso pedinamenti, appostamenti, spie, telecamere ecc…
IRMA: quindi mi corregga se sbaglio, lo stalker tiene sotto controllo la vittima o con contatti indiretti o con avvicinamenti diretti?
DOTTORESSA: esatto e spesso lo fa anche molto frequentemente.
IRMA: Quanti tipi di stalker ci sono?
DOTTORESSA: In letteratura (Muller e al., 1999) ne vengono distinti cinque:
il primo è Il rifiutato: è colui che diventa persecutore dopo essere stato rifiutato o lasciato. Solitamente è mosso dal tentativo di riconquistare la persona amata e/o vendicarsi. E’ colui che cerca costantemente di sfuggire dal dolore del rifiuto e ogni contatto con la vittima, ogni sua risposta alimentano le speranze e contemporaneamente l’ossessione e la rabbia.
IRMA: è potenzialmente pericoloso dottoressa?
DOTTORESSA: si Irma. Può anche arrivare ad uccidere la sua vittima come gesto di controllo estremo su di lei. Abbiamo anche il rancoroso offeso: è colui che che è convinto di aver subito un torto e non riesce a placare la sua sete di vendetta. Le sue comunicazioni con la vittima sono spesso piene di rancore ed esprimono minacce e voglia di vendetta. l’obiettivo è spaventare e molestare la vittima.
IRMA: ma ha subito realmente un torto?
DOTTORESSA: non necessariamente, spesso è frutto della sua paranoia ma lui vive e agisce come se realmente l’avesse ricevuto. Si può parlare in questo caso di realtà fittizia che produce effetti concreti. Ciò è particolarmente vero per un altro tipo di stalker che chiamiamo il bisognoso d’affetto: è colui che si costruisce una relazione d’amore nella sua mente, cerca la vittima anche solo per rubarle un sorriso, un gesto, una foto insieme. Anche se la storia d’amore non è reale, i sentimenti che nutre questa persona è come se lo fossero!
IRMA: ora ho capito e le altre due tipologie?
DOTTORESSA: Poi abbiamo Il corteggiatore inadeguato: è colui che avendo scarse abilità sociali e di corteggiamento mette in atto comportamenti molesti, aggressivi e spesso opprimenti.
IRMA: e questo è pericoloso dottoressa?
DOTTORESSA: di solito no e spesso tende a cambiare vittima ma può arrivare a pensare alla vittima come ad un oggetto non più da corteggiare ma da pretendere. Forse i più pericolosi e imprevedibili sono I predatori sessuali: sono sempre di sesso maschile e progettano spesso un’aggressione sessuale. Vi rientrano pedofili, esibizionisti e feticisti. Attaccano spesso di sorpresa e con violenza. Mette in atto appostamenti e azioni pianificate per raggiungere il loro obiettivo. Gli appostamenti pre-attacco sono spesso silenziosi mentre i contatti telefonici, se presenti, estremamente minacciosi e violenti.
Secondo passo
IRMA: e una volta che ho capito questo cosa posso fare?
DOTTORESSA: ora è il momento di confrontarci su cosa hai fatto finora e cosa stai tuttora facendo rispetto al problema! Spesso, inizialmente le vittime di stalking non riescono a valutare i comportamenti dello stalker e mettono in atto delle tentate soluzioni che, seppur logiche alimentano il problema. Molte vittime spesso, ad esempio, all’inizio cadono nella trappola perversa dell’essere gentili, accettano i loro inviti e cercano di dialogare razionalmente con loro o farsi soffocare da minacce di suicidio. Tutto questo oltre che fallimentare porta in breve tempo la vittima a stare in un crescente stato di ansia e spesso anche di panico, insonnia e stress acuto.
IRMA: anche per me all’inizio è stato cosi. Io ero talmente esasperata e impaurita dalle sue chiamate che alcune volte rispondevo per cercare di chiarire la mia posizione.
DOTTORESSA: succede spesso a molte vittime di alternare non risposte a risposte ma questo non fa altro che alimentare le speranze e la rabbia dello stalker oltre alla sua paranoia.
IRMA: ho capito dottoressa. e l’ultimo passo?
Terzo passo
DOTTORESSA: una volta che ci siamo accertati che si tratta di stalking, abbiamo capito cosa fa l’aggressore e cosa hai fatto e stai facendo tu, dobbiamo studiare un piano d’intervento.
IRMA: di cosa si tratta?
DOTTORESSA: nell’applicare ciò che può funzionare nella tua specifica esigenza! possiamo capire quali sono le cose differenti che possiamo fare per produrre anche noi degli effetti concreti! in pratica solo se cambiamo atteggiamento per le cose possiamo cambiarle. Spesso atteggiamenti per noi neutri o estremamente dissuasivi possono invece spingere il persecutore a continuare, non dimentichiamo che i suoi sentimenti di amore, odio, rancore sono autentici! dobbiamo eliminare ciò che continua a mantenerli in vita!
A tal proposito F. de la Rochefoucald scrisse: “l’amore al pari del fuoco non può sussistere senza un continuo moto e cessa di vivere quando cessa di sperare o di temere”.
IRMA: e cosa dice la legge?